Di tutto un po'...

La mia Napoli

La mia Napoli

Napoli

E sono giunta a questo argomento, parlarvi della mia città, La mia Napoli. Ve lo dico subito non riuscirò a scrivere un articolo breve, mi servono troppe parole, spero di non annoiarvi troppo!

Avevo promesso ad una mia amica, Maria, che lo avrei fatto, eppure vi confesso che è un argomento che mi sta particolarmente a cuore. Nonostante io non ci viva ormai da più di 20 anni è l’unico posto che identifico come casa, anche se a questo punto devo anche dire che un’altra città che adoro è Roma, perché mi ha accolto, ci ho vissuto molti anni, e mi ha fatto sentire ben accetta; ho scoperto persone e luoghi davvero straordinari, ed è quindi la mia seconda casa.

Non sopporto le persone che criticano questa città senza conoscerla. Mi spiego: se un napoletano ne parla male lo posso capire, tuttavia quando se ne parla solo per luoghi comuni, preconcetti e dicerie, la cosa mi dà molto fastidio.

Non sono la classica napoletana che vede solo il bello di Napoli e poi nasconde, anche inconsciamente, sotto il tappeto le brutture, Napoli è decisamente una città problematica e con molti difetti; bisogna considerare il fatto fondamentale che contraddistingue questa città, ovvero, è una città dai mille eccessi… Tanta bellezza eppure altrettanta bruttezza, tanta cultura e molta ignoranza, soprattutto tanta delinquenza in contrapposizione a una grande onestà e dignità radicata nella cultura di questa città, si  insomma, molto controversa.  Ti trovi a passare da un quartiere all’altro e avere il dubbio di essere arrivato in una favela brasiliana, fatiscente e sporca, mentre pochi passi prima ti trovavi in una grande strada di una città europea, metropolitana e all’avanguardia, ti domandi com’è possibile… e invece è proprio così.

I luoghi comuni sui napoletani dicono che sono eccessivamente attaccati alla loro terra, eppure non riconoscono il valore dello Stato (molto poco presente sul territorio!); quasi tutti ottimi cantanti e musicisti o comunque portati per e la recitazione, pigri e poco desiderosi di lavorare, e fondamentalmente tutti mammoni!

Riflettendoci bene, non vi sembra che alla fine i napoletani sembrano avere, in maniera esagerata, i cliché dei pregi e difetti che di solito nel mondo attribuiscono a tutti gli italiani? Vabbè noi in più abbiamo solo la pizza e il mandolino :D!

Molte di queste dichiarazioni saranno anche fondate, altre lo sono molto meno, eppure tutte hanno il difetto di essere legate a pregiudizi e nulla più. Vi invito ad avvicinarvi e visitare questa città, superando quel senso di incertezza e di disagio che proviene dal degrado ambientale e sociale in cui Napoli si trova, situazione che danneggia fortemente una città dalle grandi potenzialità turistiche. Alla fine è una grande città e come tutte le grandi città del mondo si può incorrere in problemi tuttavia non più gravi o pericolosi di altre grandi città.

Quindi se non ci siete ancora andati, o non l’avete ancora visitata pensateci, io ve lo consiglio vivamente.

La mia Napoli

napoli

Un proverbio famoso recita: “Vedi Napoli e poi muori!”, eppure io direi piuttosto” Vedi Napoli e poi vivi “, perché Napoli è una città viva.

Vi ho raccontato molte volte che mia madre è inglese ma si sente più a casa qui che in Inghilterra, perché Napoli l’ha accolta con le braccia aperte e amata, non si è mai sentita straniera a Napoli, bensì una napoletana (nonostante parlasse il napoletano con l’accento di Stanlio!).

Sono cresciuta in questa città, e tutti i ricordi più belli che ho sono legati al fatto che i miei concittadini mi hanno insegnato tanti valori diversi e profondi; per esempio che siamo tutti uguali, colore, religione, sesso ecc., che l’amore è amore (indifferentemente dal sesso degli amanti), e tanti altri concetti che, riflettendoci bene oggi sarebbero all’avanguardia.

Mi spiego: oggi si parla tanto di famiglie allargate, di adozioni aperte. A Napoli esistono già da decenni, ho conosciuto famiglie che hanno adottato i figli di famiglie in difficoltà, con tutti i genitori, e non erano di certo benestanti, tuttavia vigeva la regola dove mangia uno mangiano due (e così via arrivando anche a numeri spropositati).

Di adozioni a famiglie gay, se ne fa un gran parlare eppure a Napoli io ho conosciuto famiglie felicissime che non hanno avuto nessuna difficoltà a crescere i propri figli, nonostante fossero omosessuali.Napoli2

 Nella mia stessa famiglia nonostante fosse composta da nove figli, quando degli amici di famiglia ebbero dei gravi problemi, i miei genitori non ci pensarono un attimo e accolsero (per quasi due anni) un bimbo appena nato, la cui mamma aveva problemi di depressione post parto; una volta guarita se lo riprese, anche se ovviamente mia madre ne soffrì il distacco.

Però la cosa più importante di tutte le lezioni di vita che mi ha dato questa città, è una cosa di cui non si parla mai… ovvero la dignità e l’onestà; fa più notizia il furbone o il ladro di turno, tuttavia della grande dignità non se ne parla mai, è un concetto molto radicato nella nostra cultura, anche la più popolare.  Sono cresciuta in un ambiente di media borghesia ma essendo noi una famiglia molto numerosa le possibilità economiche erano molto ridotte.

Tuttavia non mi è mai mancato nulla, poiché mi hanno insegnato che anche se poco quello che ti sei guadagnato ha un valore inestimabile e che dividerlo con gli altri ti arricchisce … ecco questo era il concetto fondamentale, mia nonna mi diceva sempre: “fai qualsiasi cosa che ti senti di fare, senza porti barriere, ma non ti dovrai mai e poi mai vergognare di te stessa … la disonestà porta solo tanta vergogna.””!

Non nego che la delinquenza, sia una piaga della società napoletana, però i luoghi più comuni ci vogliono tutti ladri e fanfaroni ecco… questo mi dà veramente fastidio.

Ma ora come faccio a spiegarvi la gente di Napoli? Ecco ho trovato… vi racconto qualche aneddoto.

Mi sono recata a Napoli a sbrigare delle faccende, all’improvviso mi trovo in una piazza è sento gridare il mio nome, mi giro e dall’altra parte si trovava una mia amica del periodo scolastico, ci eravamo perse di vista ed erano 18 anni che non ci vedevamo, lei mi è corsa incontro gridando come una matta, era felicissima e lo ero anche io, me la sono trovata che saltava tra le mie braccia. Prese dalla commozione ci giriamo e vediamo uno stuolo di persone (erano davvero tanti!), prevalentemente commosse e felici che applaudivano e si congratulavano tra loro (!?) … tra le quali scorgiamo un signore anziano, con un fazzoletto tra le mani che piangeva a dirotto, ci ha appoggiato una mano sulla spalla e non riusciva a riprendersi, era così commosso che abbiamo dovuto farlo sedere e riprendere, ed era così tenero che ci riusciva a dire solo “che bello, che bello ”, anche se non lo conoscevo vedevo sul suo viso l’autentica felicità per noi, ci abbracciava e alla fine quando lo abbiamo salutato ci ha detto “l’amicizia è la cosa più preziosa che abbiamo, senza saremmo solo dei poverelli… ” e se n’è andato!Napoli (1)

Napoli con la gente buona di cuore? Al di là dei luoghi comuni prevalentemente … credo di sì, è così. Siamo emotivi, forse anche un po’ troppo, impiccioni, chiassosi e casinari, tuttavia credo sia meglio così che indifferenti … No? Anche se è mia convinzione che si possa affermare lo stesso concetto, per ogni italiano…. Ho avuto la fortuna di conoscere persone di tutte le regioni e devo dire una cosa che ci accomuna tutti, il cuore ed il calore!  Ce ne sarebbero così tanti di aneddoti che vi potrei raccontare per farvi capire questa città, che in realtà non saprei da dove iniziare.

Spero di essere riuscita a farvi capire cosa sia la napoletanità a questo punto. Il primo pensiero fondamentale è che Napoli o la si ama o la si odia… non ci sono molte vie di mezzo, strano perché sono sempre stata convinta che nella vita tra il bianco e il nero ci sono tantissime sfumature … infinite!

Eppure per Napoli non vale. È così e basta!

Lo sanno bene i napoletani, che sono sempre tentati di scappare via da Napoli, dal caos, dal rumore dal traffico e da tutti i problemi di una grande città, ciò nonostante senza mai trovare il coraggio di abbandonarla, … Poi per quelli che ci riescono (come me!) rimane per sempre nel cuore, perché ti rendi conto che essere napoletano non è una collocazione geografica, ma uno stato di “esistenza”, ovvero, anche se non vivi più a Napoli sarai sempre un napoletano, nell’anima. Il privilegio di un turista è di poterla scoprire e poi lasciare, con leggerezza, senza impegno, tuttavia il rischio è di innamorarsene e soffrire del distacco; noi a Napoli la chiamiamo “Pecundria” è che una trasposizione dialettale del termine italianissimo “ipocondria”, anche se noi la interpretiamo più come la Saudade brasiliana, per me è un rischio da correre e forse l’unico modo di amare la mia città, perché nonostante tutto non ci tornerei a vivere! Ecco la amo e la odio…!

Una città volubile … Sì del resto Napoli nacque da una sirena, Partenope, giunta qui per vivere il proprio amore in questo “Paradiso abitato da diavoli” … e sì di quelli ce ne sono tanti! In conclusione, un viaggio a Napoli vi arricchirà, è una città millenaria, la storia i numerosi monumenti, le chiese, i palazzi, i vicoli, l’architettura e il clima della città, ma soprattutto i napoletani vi accoglieranno con un caldo abbraccio. E poi non aggiungo altro come disse il grande Totò:

“Tutte hanno scritto ‘e Napule canzone appassiunate,

tutte ‘e bellezze ‘e Napule sò state decantate:

da Bovio a Tagliaferri, Di Giacomo a Valente;

in prosa, vierze e musica: ma chi po ddi cchiù niente?

Chi tene ‘o curaggio ‘e di’ quaccosa

doppo ca sti puete gruosse assaie….

Traduzione:

Tutti hanno scritto di Napoli canzoni appassionate,

Tutte le bellezze di Napoli son state decantate:

Da Bovio a Tagliaferri, Di Giacomo a Valente;

In prosa, versi e musica: ma chi può dir più niente?

Chi ha il coraggio di dire qualcosa  

Dopo questi poeti grossi assai…”

Figuriamoci cosa posso dire io…A questo punto non mi resta che spiegarvi La mia Napoli!

Visitare Napoli

Napoli si trova a metà strada tra due aree vulcaniche, il Vesuvio e i Campi Flegrei. La città è nota per la sua ricca storia, l’arte, la cultura e la gastronomia. Napoli in latino: Neapolis significa “città nuova” è la capoluogo della regione italiana Campania e il terzo comune più grande in Italia, dopo Roma e Milano. Napoli ha una popolazione di circa un milione di abitanti. Queste sono le cifre ufficiali, piuttosto, forse non sapevate che Napoli è una delle più antiche città abitate nel mondo. Secoli e millenni di storia di Napoli l’hanno colmata di palazzi storici e monumenti, dai castelli medievali alle rovine classiche. Le forme più importanti di architettura visibili nell’attuale Napoli sono i medievali, rinascimentali e barocche. Vediamo cosa posso consigliarvi di visitare, vi spiegherò, ovviamente le destinazioni più rilevanti e simboliche:

Già dalla provincia di Napoli vi accorgerete che è un luogo magico dove i colori, i sapori, la cultura e la storia si intrecciano in un affascinante mix di conoscenza, allegria e divertimento.

 Il Vesuvio e si affaccia su una baia meravigliosa, la cui bellezza ha fatto da guida ed ispirazione per molti artisti. Il fascino del paesaggio, con le belle isole che punteggiano

Nelle acque azzurre del Mediterraneo come gioielli, l’energia di un popolo vivace e vitale che ti contagia l’energia e la gioia di vivere

La moltitudine di luoghi accontenterà ogni tipo di turista: dall’appassionato di arte, storia e archeologia, agli amanti della natura e del mare, dall’ enogastronomia alle antiche tradizioni.

 Al centro della baia di Napoli si trova il maestoso Vesuvio direttamente dietro di esso, troviamo siti come Pompei ed Ercolano che hanno un grande valore archeologico che sono famosi in tutto il mondo.

Infine, in un mare così blu che si fonde con il cielo, scorgiamo le tre isole principali: Capri, Ischia, Procida e alcuni isolotti secondari.

Napoli è un vero e proprio scrigno di arte e di storia, i segni indelebili di dominazioni passate, ognuna delle quali ha contribuito alla costruzione di questa città. Il suo centro, in particolare, comprende un patrimonio così ricco che è stato designato un patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Oltre 2.500 anni di storia è testimoniata in palazzi, chiese, monumenti e gallerie d’arte. Chi mi conosce è già a conoscenza della mia vera fissazione per i castelli, quindi vi dico subito che a Napoli ne troviamo ben quattro:

Le diverse tuttavia ben integrati linee architettoniche di Castel Nuovo, altrimenti noto come il Maschio Angioino, evocano il suo doppio ruolo storico di palazzo e fortezza ruolo che questo edificio ha giocato durante la dominazione delle famiglie Angioino-Aragonese. Qui troviamo L’Arco di Trionfo commissionato dal re Alfonso I d’Aragona e disegnato da Pietro de Martino e Francesco Laurana è di una bellezza piuttosto austera tuttavia imponente. Su una piccola isola, collegata alla terraferma da un ponte è il monumentale Castello dell’Ovo, oggi un centro congressi ed esposizioni, con una vista mozzafiato di tutta la baia.castel del ovo

Situato sulla collina del Vomero si trova Castel Sant’Elmo, con vista sulla strada conosciuta localmente come Spaccanapoli che divide la città in due parti. Infine, Castel Capuano, originariamente costruito come una fortezza, tuttavia successivamente ristrutturato e trasformato in una residenza per gli aristocratici.

Porta Capuana, delineato da un arco di marmo, è l’ingresso principale alla città vecchia.

Le chiese di questa città sono innumerevoli, forse non quanto Roma, tuttavia ne abbiamo un bel po’! La Cattedrale di Napoli,

La Cattedrale di Napoli

La Cattedrale di Napoli

che è tra le più famose, fu costruita su edifici preesistenti, nel corso dei secoli ha subito modifiche radicali per riparare i danni causati dai terremoti che hanno colpito la zona, danni che hanno colpito in particolare la parte esterna.

Nel 1800, Enrico Alvino ha optato per lo sviluppo verticale, attualmente visibile, che presenta facciate con guglie, nicchie e campanili costruiti intorno a ciò che era sopravvissuto.

All’interno, sulla base a croce cristiana troviamo tre lunghe navate divise da due file di colonne, in questo punto troviamo la famosa Cappella del Tesoro di San Gennaro, che conserva capolavori realizzati con metalli preziosi e pietre, anche le reliquie che consistono in due fiale contenenti il sangue del Santo cosa più preziosa per molti napoletani.

Un altro luogo legato al Santo Patrono di Napoli sono le Catacombe di San Gennaro

Catacombe di San Gennaro

Catacombe di San Gennaro

con i loro affreschi, mosaici e altre opere d’arte di valore, valgono davvero una visita.

Una combinazione di strati architettonici realizzati nel corso del tempo delinea la Basilica di San Lorenzo Maggiore massiccia, costruita su rovine greco-romane, ora restaurate e aperte al pubblico attraverso il chiostro interno. Lungo la via Spaccanapoli,

via Spaccanapoli

Spaccanapoli

il turista può visitare la Chiesa del Gesù Nuovo, con la sua facciata unica di un palazzo del 15° secolo, con decorazioni in marmo dipinto all’interno (Tecnica mai vista: D!).  Poi troviamo l’incantevole monastero di Santa Chiara, con le sue linee semplici caratteristica delle chiese francescane, oltre alle tombe reali, qui troviamo il bellissimo e famosissimo Chiostro delle Clarisse,

Chiostro delle Clarisse

Chiostro delle Clarisse

con ornamenti rari, interamente realizzato in maiolica policroma, raffigurante i colori della terra. Altro sito della zona è la Chiesa di San Domenico Maggiore colma di arte e bellezze da visitare, un altro esempio interessante del peculiare patrimonio artistico di Napoli.

Importantissima secondo me è la Cappella Sansevero,

Cappella Sansevero

Cappella Sansevero

un posto legato alla personalità poliedrica e misteriosa di Raimondo di Sangro VII principe di Sansevero è stato un esoterista, inventore, anatomista, militare, alchimista, massone, letterato e accademico italiano. La chiesa è comunemente chiamata “Pretella” (Piccola Pietà) ed è un notevole esempio di fusione tra architettura e arte. Qui vedrete il magnifico Cristo Velato di Giuseppe Sammartino,

Cristo Velato

Cristo Velato

almeno così si dice, in realtà a Napoli esiste una leggenda, che racconta di un artista straordinario acciecato proprio da Raimondo di Sangro VII principe di Sansevero, per non consentirgli più di scolpire un’opera altrettanto bella. Vi dirò che io ho adorato questa scultura;

La prima volta che l’ho vista da bambina tentavo disperatamente di raccogliere il velo, non riuscivo a comprendere come potesse sembrare così vero, eppure non sono riuscita a dimostrare che era un “imbroglio” ha ha ha .

 Ma troviamo anche molti musei a Napoli, le collezioni d’arte delle famiglie nobili come i Farnese e Borgia, e molti reperti provenienti da Pompei, Ercolano che si trovano all’interno del più grande museo di arte antica in Italia meridionale: il Museo Archeologico Nazionale, ospitato nel Palazzo degli Studi. Il Palazzo Reale di Capodimonte, circondato da un ampio parco, ospita il Museo di Capodimonte e le Gallerie Nazionali, un’incredibile collezione di capolavori di Tiziano, Raffaello, Correggio, Masaccio, Mantegna, Caravaggio e di maestri napoletani.

Il Museo Civico Gaetano Filangieri, oltre alla sua grande collezione di sculture e dipinti, ospita una vasta gamma di armi europee e asiatiche, una collezione numismatica inestimabile, e molti articoli di porcellana preziosi dalle più importanti fabbriche italiane ed europee.

Piazza del Plebiscito

Piazza del Plebiscito

Probabilmente la piazza napoletana più importante è Piazza del Plebiscito,

distinta da un lato dal grande colonnato progettato da Gioacchino Murat, che sono in parte della cattedrale, di fronte al quale sorge il magnifico Palazzo Reale progettato da Domenico Fontana.

Il Palazzo è sede della Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III, il più grande del sud Italia, che vanta elementi antichi e preziosi. Scendendo lungo questa piazza poco più avanti troviamo Teatro San Carlo che praticamente, si trova alle spalle del Palazzo; questo teatro è stato tempio di artisti famosi del calibro di Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti e tanti famosi maestri, che si sono tutti esibiti qui.

Napoli - Galleria Umberto

Napoli – Galleria Umberto

La Galleria Umberto I si trova proprio di fronte all’ingresso del teatro, con pavimenti in marmo decorati in geometrie sottili, da qui si accede lungo una delle vie principali, Via Toledo, e si trovano i cosiddetti Quartieri Spagnoli, tra grosse strade e vicoli aggrovigliati si dipana tutto il centro storico.

Ma spostiamoci in altri bei punti della città, sul promontorio di Posillipo, da cui la vista è assolutamente mozzafiato, il visitatore entra l’area vulcanica dei Campi Flegrei, un perfetto connubio tra l’opera della natura e quella delle civiltà antiche.

Posillipo

Posillipo

Il vicino, mare cristallino è disseminato di isole come Ischia, un luogo ideale per allontanarsi dalla quotidianità grazie alle proprietà curative delle sue acque termali, apprezzate già dall’Impero Romano. Bella è l’isola di Procida, circondata da scogliere a picco che intervallare con le spiagge di sabbia lambite dal Mar Tirreno, qui sono state girate molte scene del postino, con il grande Troisi. Capri che è un vero piccolo gioiello con i suoi Faraglioni che fanno la guardia alle sue numerose e   suggestive grotte la più grande e famosa è la Grotta Azzurra. A questo punto … La parte più difficile è scegliere cosa fare.

Grotta Azzurra

Grotta Azzurra

Acqua, sole e natura offrono innumerevoli possibilità; a Baia, per esempio, potreste fare un tour subacqueo delle ville romane antiche perfettamente conservate dal mare e Decorate con mosaici mozzafiato, esistono ancora intere vie di una piccola città, con tanto di porto romano all’interno del Parco Archeologico Subacqueo aperto al pubblico, qui io non ci sono mai stata ma se riesco ad andarci in un periodo estivo proverò a fare una immersione.

Parco Archeologico Subacqueo

Parco Archeologico Subacqueo

Napoli nasconde anche una città sotterranea, scavata prima dai Greci e successivamente dai Romani, che vi costruirono un acquedotto adoperato fino al 17° secolo.

Una guida turistica porterà i visitatori in un viaggio attraverso il tempo nei cunicoli e nelle enormi stanze sotterranee fino a dentro alcune stazioni della metropolitana di Napoli, dove sono esibiti i resti di un teatro greco-romano.

 Insomma ora mi fermo qui perché sto davvero esagerando,  ma avrei ancora tante e tante cose da dirvi, anzi come avrete intuito per visitare tutto… bisognerebbe dedicargli molto tempo.

Leggende sulla città di Napoli

Strettamente legate alla cultura di questa città ci sono molti miti e leggende, sono così tanti che ho reperito qualche notizia da internet, scusatemi ma sono davvero troppe per ricordarle tutte!

Pulcinella

Pulcinella

E’ impacciato e sfacciato, però anche universale, divertente e teatrale, Eduardo De Filippo lo ha interpretato tante volte sul palcoscenico, poiché Pulcinella espone l’innocenza nell’indumento bianco e la ribellione nella maschera nera, questa la simbologia dei colori è proprio la maschera nera che diventa strumento di quegli intellettuali, commedi antiche volevano ribellarsi al governo e dal palco potevano, tramite la parodia, ecco perché Pulcinella diventa la maschera del buffone scanzonato, lo scansafatiche irriverente Pulcinella è dunque un eroico agitatore di coscienze sicuramente un coraggioso rivoluzionario che si pone in difesa dei calpestati e dei più deboli.

Pulcinella ha personificato il carattere più profondo della popolazione napoletana che, consapevole dei problemi in cui si trova, riesce sempre strappare un sorriso, burlando e facendo satira sui potenti pubblicamente, svelando tutti gli intrighi. E sì oggi ci vorrebbe di nuovo … Pulcinella!

O Munaciello

O Munaciello

Il personaggio misterioso più conosciuto nelle credenze del popolo napoletano è “‘o Munaciello”, sarebbe uno spiritello bizzarro che si comporta sempre in modo inaspettato, una volta benevolo e qualche volta dispettoso, su di esso ci sono tantissime leggende metropolitane.

Scalzo, magrissimo, la leggenda dice che sul luogo della sua apparizione si trovano sempre delle monete, in genere lo fa per risarcire le persone dallo spavento arrecato con la sua apparizione. L’origine di questa leggenda, “‘o Munaciello” dice che era il nomignolo riservato a un trovatello, molto malato, dicono sia esistito davvero nel periodo del Rinascimento, morì piccolissimo, e nonostante una debilitante malattia era un bimbo vivace. La tradizione vuole dice anche che chi ha la fortuna (o sfortuna) di avere un Munaciello in casa avrà inaspettata fortuna economica… peccato io non l’ho mai incontrato!

La storia del miracolo del sangue

La storia del miracolo del sangue_J

San Gennaro era il vescovo di Benevento e fu decapitato durante la persecuzione dei cristiani da Diocleziano nel 305. Secondo la leggenda una donna raccolte e conservò un po’ di sangue del martire in una fiala, dopo la sua morte. Nel 313 il miracolo si è verificato per la prima volta, dopo lo scheletro del Santo e l’ampolla con il sangue sono stati portati a Napoli.

Lo scheletro è stato posto a riposare in catacomba insieme alla fiala. Nel 9° secolo, i resti e il sangue di S. Gennaro si trovavano in una piccola cappella, accanto alla chiesa, dove nel 14 ° secolo fu costruita la cattedrale.

Secondo gli scritti nel 1528 il miracolo del sangue non ha avuto luogo. Questo è stato l’anno della peste a Napoli.

Secondo la gente questo miracolo del sangue avviene ogni anno, quando non succede il disastro è atteso nel prossimo futuro. Per esempio nel 1980, prima del terribile terremoto in Irpinia il sangue non si fluidificò, questo è stato l’ultimo anno che non è avvenuto il miracolo! Singolare … No?! .

La storia del lotto a Napoli

La storia del lotto a Napoli

Per quanto possa sembrare strano, il lotto a Napoli fu introdotto in tarda epoca rispetto ad altre città (Venezia dal 1590, Genova), o altre nazioni (in Francia nel 1539).

Infatti solo a partire dal 1682 i napoletani poterono giocare senza puntare su ruote di altre città, anche se le scommesse a Napoli erano presenti senza le autorizzazioni governative.

Condannato dalla Chiesa come peccaminoso, fu abolito dopo il terremoto del 1688 poiché’ si pensava che fosse venuto quale punizione ai vizi dei napoletani.

Ma la gente di Napoli continuò giocare nelle altre città. Ciò costrinse Carlo Borromeo, contro la sua volontà, a reintrodurre il lotto. Anche gli ambienti intellettuali erano contrari al lotto. Ci sono scritti di Gondar (1775) in cui condanna il lotto come fonte di arricchimento dello stato a spese del cittadino. Giustino Fortunato condanna il lotto definendolo “la rovina economica e la corruzione morale della plebe”. Addirittura Matilde Serao scrive racconti e romanzi sullo stato di miseria che conduce il gioco del lotto. Comunque sia il lotto resta una delle ragioni per cui Napoli è una città, che del mistero e della superstizione, ne fa una delle sue più originali caratteristiche

Il corno portafortuna

Il corno portafortuna

 Intorno al 3500 a.C., età neolitica, gli abitanti delle capanne erano soliti appendere sull’uscio della porta un corno, simbolo di fertilità. La fertilità, allora, era abbinata alla potenza e quindi al successo. Si era soliti offrire dei corni come voto alla dea Iside affinché assistesse gli animali nella procreazione. Secondo la mitologia, Giove per ringraziare la sua nutrice le donò un corno dotato di poteri magici. Nell’età medievale il corno per portare fortuna doveva essere rosso e fatto a mano. Il rosso simboleggiava la vittoria sui nemici e doveva essere fatto a mano perché ogni talismano acquisisce poteri benefici dalle mani che lo producono. Il corno è il referente apotropaico (allontanante) per antonomasia: simbolo della vita, che allontana un’influenza magica maligna. Secondo la scaramanzia napoletana il corno deve essere un dono quindi per portare fortuna non deve essere comprato, inoltre deve essere: rigido, cavo all’interno, a forma sinusoidale e a punta.

… E ce ne sarebbero davvero tanti altri, tuttavia mi fermo qui a questo punto, spero di non avervi annoiato troppo, ehi vi avevo avvisato che sarebbe stato un lungo articolo, eppure capirete che non potevo fare altrimenti (Io ho anche tagliato, tagliato e tagliato).

Prima di salutarvi alla mi prossima recensione permettetemi di fare una cosa che non faccio quasi mai … Dedico questo mio scritto a tutti coloro che come me hanno continuato ad amare Napoli, nonostante tutto… alla mia conterranea Lisa, alle mie amiche Maria, Linda e Margherita che non sono nate a Napoli … Ma sono napoletane nell’animo! E infine alla mia amica Monica che devo anche ringraziare per avermi concesso alcune delle sue splendide foto!

TerePark - Copia (2)

Ciao alla prossima da Teresa

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6 Comments

  1. Se ti dico che ti adoro, mi pare pure riduttivo…
    Ho divorato le tue parole, non riesco a chiamarla recensione, perchè non hai solo descritto i meravigliosi luoghi in cui siamo nate, ma gli stati d’animo, i modi di pensare, di dare, di condividere che hanno i napoletani.
    Premesso tutto il male che se ne possa dire e che solo un napoletano può davvero dire (per il resto sono preconcetti spesso ignoranti), il nostro cuore, il modo di crescere, di mettere a tavola un posto in più perchè dove si mangia in 4 c’è posto per 5 e così via…
    Mia madre è nata nel dopoguerra, c’era ancora la fame e loro l’hanno patita tutti insieme. Eppure quel poco che c’era si condivideva con i vicini che erano messi anche peggio. No, chi ha preconcetti questo non lo può capire.
    Grazie per la meravigliosa dedica, ti abbraccio fino all’asfissia <3

    • ilblogditeresa

      Grazie Lisa!!! Sono davvero felicissima che ti sia piaciuto … che sono riuscita a mandare un messaggio … un concetto ….grazie ….La dedica era sentita, perché credo che tu sia un bellissimo esempio della napoletanitá … quella vera e fatta di splendida gente! uhhhh sto soffocando 🙂 <3 !!
      P.s. amica mia sono lo sai che sono ricchissima, sai perché ... "l’amicizia è la cosa più preziosa che abbiamo, senza saremmo solo dei poverelli… ” 😀

  2. marta

    Che bello questo articolo, per niente noioso anzi scorrevole e interessante ho intenzione di fare un viaggio a Napoli a settembre e ora sono molto impaziente stampero la tua guida e seguirò tutti i tuoi consigli poi al mio ritorno
    e ti racconterò tutto … anzi posso contattarti in privato? Grazie ciao

  3. Teresa. Sono ” inciampato” su questo blog per caso , e la sensazione che mi ha procurato il tuo articolo , posso definirla ” trasalimento”. Sono un napoletano ” datato” – ho 80 anni. Sono andato via a 22 , vissuto prima due anni nel Veneto e poi 35 a Roma , dove ho messo su famiglia ( un unico figlio, oggi 44enne, pilota civile , che mi ha fatto “l’onore” di sposare una campana della provincia di Caserta , geni greco/ sanniti , che con gli Etruschi mixarono i nostri geni prima dell’arrivo dei Romani . Perchè per seguire mio figlio di base a Capodochino mi sono trasferito a Caserta due anni fa ( e adesso lui è stato portato di base a Malpensa, e con la moglie si sono stabiliti a Busto Arsizio , ed io e mia moglie siamo rimasti…qua. Come te, amo Napolei ( da lontano) e Roma mi è rimasta nel cuore ( beh..nell’amigdala , la sede del cervello che confondiamo col cuore…) Amo le due città e i due i due dialetti. Intorno a Via dei Coronari , a Roma, un amico napoletano coetaneo – Enzo Samaritani – da 52 tiene un ” salotto di musica teatro e poesia” – L’Arciliuto – nelle cui serate cosmopolite la tua prosa sarebbe oggetto d’ascolto attento e sorridente . Lui ha cantato e ancora canta in ogni lingua del mondo le sue composizioni e recita pezzi teatrali napoletani. Io ho scritto e scrivo ballate in napoletano – alcune musicate dal pianista del locale , purtroppo scomparso due anni fa da un secondo e più giovane ” cantattore ” napoletano, Enzo Carro, autore anche di una ” Storia della lingua napoletana ” ; e poesie romanesche , facendone spesso oggetto di confronto in un teatrino di Vico Pallonetto S. Chiara , tenuto da Pina Andelora , detta ” perzechella” e il compagno Angelo detto ” O’ Capitano” ex artista di strada. Mi sono dilungato in queste presentazioni per rendere comprensibile perchè sono ” trasalito” leggendoti . Enzo Samaritani ha scrittoi un libro ” Il cuore di cartavelina”, che parte dal concetto che con l’età il cuore diventa di quella sostanza, e fa frr frr ad ogni alito di…emozioni. Così è successo a quel signore vedendo l’lallgria affettuosa della tua amica e tua. Ho avuto a Roma amici e amiche brasiliani . nella loro lingua musicalissima la parola ” saudade” ( addolcita dalla pronuncia “saudage” , l’ho sempre tradotta con la nostra ” p’cundria” . Una malinconia spesso dolce di cose non accadute.e forse mai accdranno..
    Se vuoi, scriviamoci, e sempre se vuoi, ti collegherei anche a Enzo Samaritani e a Perzechella. Due realtà diverse , eppure due volte amici e amiche romani hanno confrontato le due realtà, godibili ognuna per la sua parte ( e alle signore Perzechella ha insegnato a ballare la tarantella come la ballavano nel 600 nei vicoli .
    Un saluto affettuoso
    Diego Franchi

    • ilblogditeresa

      Gentilissimo Diego, ho avuto anche io il mio ” trasalimento”, quando ho letto questo bellissimo messaggio che mi hai lasciato…. vedi é proprio di persone meravigliose come te che parla questo mio articolo (anche se io l’ho scritto e vissuto come una vera dichiarazione d’amore per la nostra casa!) Ti conttattero’ in privato ma volevo ringraziarti “pubblicamente” … per la tua gentilezza e generositá … anzi non lo sai ma ti devo anche ringraziare per un’altro motivo, ho preso una pausa di riflessione lunga tre mesi… e dopo il tuo messaggio mi é tornata voglia di dedicarmi al mio blog!
      Grazie di cuore .
      Teresa

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